Sono nato da genitori fiorentini nella Frazione di San Francesco in comune di Pelago, ma sulla riva della Sieve, praticamente a Pontassieve, in via Aretina, all’inizio della Val di Sieve, in provincia di Firenze; era il 27 maggio 1954.

Sono un astronomo: laureato nel 1978 in Astronomia presso l’Alma Mater Studiorum, Università di Bologna. E di professione ho fatto l’informatico presso il Centro di Calcolo del CINECA di cui avevo usati i computer per la tesi.

Questo va detto per mettere subito in chiaro che non sono un musicista, non ho alcun diploma musicale da far valere. È chiaro comunque che la musica è una delle mie passioni, e lo è da quando mio padre mi espose, prim’ancora che iniziassi la scuola, all’ascolto della musica classica e dei cori degli alpini, sensibilità che rimase latente fin quando diciottenne non entrai in un coro vinto dalla bellezza di una semplice melodia modale con discanto; era il novembre 1972.
Ho avuto la fortuna di un buon maestro, che ci insegnò i rudimenti del solfeggio cantato col metodo del Do mobile (inventato dal Zoltán Kodály e portato in Italia dal maestro Roberto Goitre), e la tecnica essenziale per l’emissione vocale. Neppure due anni dopo, con mia sorpresa, mi venne chiesto di cantare in quartetto di uomini le strofe delle Lamentationes Hiereimae Prophetae di Orazio Vecchi, concerto pubblico.

Poi i cori si sono succeduti ininterrottamente, sempre legati alla musica sacra e al servizio liturgico e paraliturgico. Sporadicamente mi veniva chiesto di dirigere perché sapevo leggere lo spartito, ma ho ricordi vaghi di ansie enormi e non riuscivo a far più che dare il tempo.

Nel 1984, convinto dalla presenza della materia “Armonia”, mi sono iscritto al corso per “Animazione Liturgica” della diocesi di Bologna che ho seguito per 3 anni acquisendo le nozioni essenziali di Liturgia, Direzione di Coro e -appunto- Armonia.

All’inizio del 1996 venni coinvolto in una ulteriore esperienza corale dove quasi casualmente ebbi l’occasione di conoscere un maestro di canto (il tenore Roberto Ferrari Melega) che seguii nei due anni successivi, e che mi permise di migliorare l’impostazione vocale rendendomi più sicuro nella emissione e aumentando la mia estensione sia in acuto sia al grave.

Nell’autunno di quello stesso anno in parrocchia (Santa Croce a Casalecchio di Reno, in provincia di Bologna) avendo il direttore del coro rinunciato, uno dei coristi chiese a me se ero disposto a sostituirlo. Pur titubante, per l’indole timida e per la mancanza di titoli musicali, dovetti ammettere che nel tempo Nostro Signore mi aveva fornito di tante occasioni per acquisire le capacità (e verificarle) per servire a quanto mi si chiedeva. Accettai immaginando di lasciare non appena qualcuno di più capace si fosse presentato.

Iniziai con prima prova il 14 novembre 1996. Ho ripreso l’approfondimento della Liturgia e delle necessità della Musica Liturgica in particolare. Ho cominciato accogliendo il repertorio già presente nel coro che mi preesisteva, ma cominciando pian piano ad introdurre sempre più ampiamente gregoriano, polifonie dalle laudi filippine ai corali, oltre al canto dell’ordinario e dei salmi; sempre con l’attenzione che la popolo fosse dato lo spazio che gli è proprio nel canto, piegando la timidezza anche a dirigere il canto dell’assemblea come mi era stato insegnato dieci anni prima.

Alcune curiose (provvidenziali) occasioni mi portarono a dirigere un coro di genitori ed alunni di una mia corista, cui aggregai anche i coristi della parrocchia, con cui ho potuto lavorare ad un ampliamento del repertorio proponendo. Così, con un po’ di repertorio maturato ed un organico più corposo, dal 2007 al 2020 ho potuto proporre due “concerti spirituali” all’anno, specie a Natale e a Maggio con tema mariano. E in questo lasso di tempo si è ulteriormente ampliato il repertorio come documentano i programmi dei concerti che offro con i relativi testi e spartiti nella sezione omonima.

Nel 2009 mi fu segnalato un corso di gregoriano e, visto che ne ero da tempo appassionato, essendo entrato in possesso fortuitamente (provvidenzialmente) di un Liber Usualis (che avevo saccheggiato studiandovi la notazione vaticana dalle istruzioni in latino), mi iscrissi superando l’audizione. Feci il primo anno di corso con la professoressa Bruna Caruso, poi i successivi con il professor Nino Albarosa (allievo del grande semiologo gregorianista Dom Eugène Cardin) Esperienza molto formativa che ha arricchito anche la capacità espressiva e la fluidità del fraseggio musicale del coro della parrocchia che godeva delle ricadute. Terminato il corso ne è seguita l’esperienza della Schola Gregoriana “Sancte Dominici”, prima guidata dallo stesso Albarosa, e poi dal bravo Giacomo Degli Esposti che tutt’ora la guida organizzando anche corsi di gregoriano. Io per i troppi impegni ho dovuto lasciare (lasciandoci un pezzo di cuore) nel 2019.

Nel 2005, intanto, sono entrato a far parte della Corale Quadriclavio di Bologna, diretta dal maestro Lorenzo Bizzarri, che ho seguito inserendomi anche, nel 2009, nel Coro della Cappella Musicale dei Servi. Ad entrami i cori, che hanno repertori simili e largamente sovrapponibili, partecipo tutt’ora traendone continuo allenamento e formazione per vocalità, espressione musicale e tecnica di direzione. Senza contare la gratitudine per poter esser parte di opere immortali di Vivaldi (Gloria, Magnificat), Bach (Magnificat, Messa in Si minore, Oratorio di Natale, Passione Secondo Giovanni e Secondo Matteo), Händel (Messiah), Haydn (Stabat Mater, Missa Sancti Hieronymi), Mozart (Messa dell’Incoronazione, Vespri de Confessore, Requiem), Beethoven (Messa in Do maggiore, Sinfonia n. 9), Donizzetti (L’Elisir d’Amore), Rossini (Stabat Mater, Messa di Gloria, Petite Messe Solennelle), Orff (Carmina Burana), Verdi (Requiem per Rossini, Requiem, La Traviata), Mascagni (Cavalleria Rusticana), Frank (Messa in La maggiore), Perosi (Passione secondo Marco), Bartolucci (Oratorio di Natale); oltre -ovviamente- ad una serie di brani singoli di autori, più o meno famosi.

Di fatto non è arrivato nessuno che potesse o anche solo ambisse a sostituirmi con più competenza, così sono sempre io a dirigere il coro e a programmare le liturgie, provvidenzialmente adiuvato da docili organisti anch’essi non professionisti. Il coro è cresciuto con me come sensibilità musicale e liturgica, ma anche come età. Nel tempo l’organico si è ridotto e la pandemia degli ultimi anni ha rallentato il lavoro. Ma riusciamo comunque a garantire un buon servizio.